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Buio. Si accende un fiammifero. Il piano tratteggia un’elegante danza. Così si apre il sipario sul mondo sciamanico di Diego Cignitti, alias Cigno, prima che pulsazioni di bassi nero pece e cori da camera inizino a scandire l’incedere di “Colobraro”.
Inizia così una marcia inesauribile, fatta di invettive e sacrifici, di luci che squarciano le tenebre attraversando paesi ed epoche, inizia così “Morte e pianto rituale”, opera prima di questo cantautore laziale che, rinchiuso nella sua stanza senza luci, inizia a imprimere nero su nero idee e sensazioni.
Il nuovo disco di CIGNO inizia come un sabba scatenato, inizia con l’orrore. L’orrore di chi si confronta con il distacco del proprio superiore, sia esso un’entità, un capo od un partner. Sembra che il campo d’azione, rispetto all’esordio, sia definitivamente tracimato, andando a cogliere l’intera vita, nelle sfere che la compongono, come atto drammatico e di rottura. Sin dall’immagine di copertina veniamo schiaffati davanti all’immenso, quasi gettati negli antri più oscuri dei cammini danteschi. Le percussioni, la pece e le chitarre urlanti fanno poi il resto. Un grand guignol composto da diverse pietanze, stanze e sostanze
A tratti fa paura, una paura da brividi: Pax è da brividi sulla schiena, Ogochukwu mette in mostra una giostra del dolore abietta, una Frate Dolcino vengono amputati naso e pene, una Censure e torture. Stefano cucchi tra le fiamme. Vien voglia di urlare, bestemmiare e tirar testate contro il muro per distogliersi dalle quintalate di merda sparsa in questo disco, diretta a testa e cuore, ricoprendoci di lordume.
È un brutto mondo, dipinto da un disco splendido.
Buio. Si accende un fiammifero. Il piano tratteggia un’elegante danza. Così si apre il sipario sul mondo sciamanico di Diego Cignitti, alias Cigno, prima che pulsazioni di bassi nero pece e cori da camera inizino a scandire l’incedere di “Colobraro”.
Inizia così una marcia inesauribile, fatta di invettive e sacrifici, di luci che squarciano le tenebre attraversando paesi ed epoche, inizia così “Morte e pianto rituale”, opera prima di questo cantautore laziale che, rinchiuso nella sua stanza senza luci, inizia a imprimere nero su nero idee e sensazioni.
Questo album rappresenta un viaggio intimo nelle profondità dell’anima. Attraverso testi poetici e intensi, Cigno esplora i temi della morte e della sofferenza, in un contesto quasi ritualistico. Le tracce sono costruite su basi elettroniche minimaliste, che si alternano a momenti di sonorità più aggressive e cupe. L'atmosfera dell'album è quella di un canto funebre moderno, dove ogni canzone diventa un rito catartico, una liberazione attraverso il pianto e la riflessione.
Il nuovo disco di CIGNO inizia come un sabba scatenato, inizia con l’orrore. L’orrore di chi si confronta con il distacco del proprio superiore, sia esso un’entità, un capo od un partner. Sembra che il campo d’azione, rispetto all’esordio, sia definitivamente tracimato, andando a cogliere l’intera vita, nelle sfere che la compongono, come atto drammatico e di rottura. Sin dall’immagine di copertina veniamo schiaffati davanti all’immenso, quasi gettati negli antri più oscuri dei cammini danteschi. Le percussioni, la pece e le chitarre urlanti fanno poi il resto. Un grand guignol composto da diverse pietanze, stanze e sostanze
A tratti fa paura, una paura da brividi: Pax è da brividi sulla schiena, Ogochukwu mette in mostra una giostra del dolore abietta, una Frate Dolcino vengono amputati naso e pene, una Censure e torture. Stefano cucchi tra le fiamme. Vien voglia di urlare, bestemmiare e tirar testate contro il muro per distogliersi dalle quintalate di merda sparsa in questo disco, diretta a testa e cuore, ricoprendoci di lordume.
È un brutto mondo, dipinto da un disco splendido.
La chiusura della Trilogia del nulla!
"Buonanotte Berlinguer"
Questo è un package comprensivo dei tre vinili di CIGNO.
Verrà consegnato in una confezione unica e dal feel "artigianale" e, soprattutto, comprensiva di un 7" ep esclusivo per questo bundle e stampato in sole 100 copie!
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Contemporary versus tribal. The city empties, the countryside resurfaces. The crumbling contemporary ideals collapse, all is lost. Primitive rituals are exalted.
Dialect dances, esoteric theaters, innocent songs emerge from the echoes of ancient rural civilizations, which belong to us and are just waiting to be awakened. Like shamans they transmigrate into warm lands of solitude, where a swan dies and is reborn every day, trying to redeem the dormant spirits that brood in wandering empty men.
Apocalyptic and haunting bullfight.
Theology of the revolution, music and the proletariat.
In 2022 with "Protestanti" he entered the ranking of the best Italian songs for Rolling Stone. In 2023 he presents industrial “N!N!N!” at the Magnolia club in Milan. In October 2024 “Buonanotte Berlinguer” will be published, the last concrete and spiritual act, between music and socialism.
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